sabato 20 settembre 2008

you can't always get what you want


Inizia con un corpo a corpo con una cabina telefonica lo psicodramma di Simon, ipersensibile girovago protagonista di Tutta colpa di Mick Jagger, ultimo romazo del francese Cyril Montana.

Dalla cabina telefonica dalla quale Simon cerca una via di fuga dalla profonda provincia francese nella quale è ricoverata la madre, Mousse, ex hippie, ex 68ottina, ex tossica. Mousse che sente dimorare nella sua testa quella “troppo grossa di Mick Jagger”, che sente in continuazione l'insoddisfazione che il leader degli Stones cantò nei sixties. Insoddisfazione che ha reso la vita di Simon, un lungo schianto, una reiterata corsa contro un muro. 

Nella valanga di rievocazioni sul '68 uscite quest'anno, Tutta colpa di Mick Jagger ha il merito di sembrare un resoconto di prima mano, un manifesto dei postumi di quella solenne – e sacrosanta – ubriacatura.    




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