sabato 30 agosto 2008

strange brew/1

Capolavori gemelli. Nati lo stesso giorno. 'Blonde on Blonde' di Bob Dylan e 'Pet Sounds' dei Beach Boys. Rainy Day Woman e Wouldn't Be Nice che riempiono all'unisono l'etere americano il 16 maggio del 1966. Da un lato l'eretico del folk che bruciava sul rogo di un'inaudita creatività: in 13 mesi aveva pubblicato 'Bringing It All Back Home', 'Highway '61 Revisited' e 'BoB'; dall'altro Brian Wilson un notturno cavaliere lisergico che uccideva la sua surf music e costruiva in maniera manicale, solitaria, quella che forse è la più sublime opera pop della musica contemporanea.
Oggi Dylan, la fortuna di Dylan. Di seguito una compiaciuta e saltellante versione di Rainy Day Woman fatta da Tom Petty al 30° anniversario del genio (voto 4,5. Anche se poi penso ad Antoine, che tradusse stoned con preso a sassate, quando stoned sta per sballato...miseria del belpaese). Poi, sempre dalla stessa festicciola, Eddie Vedder, in una Masters of War fedellisimma all'originale, dissacrante, scarna, l'amarezza del dito puntato contro se stessi, contro la propria storia, il proprio paese.






Le cover sono il sintomo più eloquente della ricezione di un opera. Negli anni '6o, incidere una cover di Dylan era come indossare il vestito buono. Dylan viene coverizzato in presa diretta, e le sue canzoni raggiungono i primi posti delle classifiche molto prima di lui. Byrds, Fugs, Stevie Wonder, Otis Redding, Roberta Flack, Hendrix , Neil Young e svariati altri celebrano tempo reale il suo genio. Una lista approssimativa conta: 375 versioni di Blowing' in the Wind, 217 di Don't Think Twice, 181 di I Shall Be Released, 176 di Mr. Tambourine Man. Tra le 172 di Like a Rolling Stone, qui quella di Hendrix al Monterey Pop Festival, domenica 18 giugno 1967, il giorno della chitarra in fiamme, dell'inaugurazione della Summer Of Love. Epocale, torrida. Mi piace pensarla come il primo cenno di consenso americano a 'Sgt. Peppers', pubblicato 15 giorni prima. Quasi quaranta anni dopo, Outlaw Blues rifatta dai White Stripes, scazzata al limite del disincanto, messa lì quasi a prendere un pò di fiato.






1 commento:

Spino ha detto...

Non conoscevo l'ultima dei White Stripes, spettacolo!
Negli anni 60 come ora (vedi OST di I'm not there) le cover di Dylan funzionano sempre a dimostrazione di quanto siano immortali.